Dal momento che Google si rifiuta di filtrare i risultati del suo motore di ricerca in Cina, l'azienda di Mountain View dovrà subire le conseguenze delle decisioni di Pechino. Torna nuovamente d'attualità lo scontro tra Google e la Cina.


Questa settimana, il presidente del primo motore di ricerca ha lasciato intendere che potrebbe realizzarsi molto "presto" un accordo con il governo cinese, anche se non ha voluto confermare una data precisa. Nonostante si respiri aria di riconciliazione, la Cina (che ha dovuto piegarsi alla decisione di Google) adotta la linea dura, costringendo l'azienda di Mountain View a delle scelte nette ed inflessibili, considerate da qualcuno delle vere e proprie minacce.

Secondo i primi commenti, il ministro cinese dell'Industria e dell'Informazione tecnologica (lo stesso che aveva sempre negato l'esistenza di un negoziato in corso) ha sottolineato che la futura violazione delle leggi cinesi da parte di Google, determinerà la rottura definitiva dei rapporti tra la Cina e BigG, la quale diventerà "unica e diretta responsabile delle conseguenze". Queste parole risuonano come un duro monito: il motore di ricerca dovrà censurare i risultati, visto che il governo cinese non farà alcuna eccezione.

Google ha iniziato ad investire in Cina solo recentemente, guadagnando in pochi anni il 30% delle quote di mercato. Un'eventuale abbandono da parte di Google non preoccupa la Cina, che al contrario continuerà a svilupparsi rapidamente, seguendo le proprie regole. A questo punto ci si chiede quale possa essere l'accordo che dovrebbe unire entrambe le parti.

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