Intel Sandy Bridge: Anti-Theft 3.0 come antifurtoNei processori Intel Sandy Bridge sarà integrata la versione Anti-Theft 3.0, la tecnologia di sicurezza messa a punto dal chipmaker californiano.


L’architettura Sandy Bridge inizia a far parlare prepotentemente di sè a diverse settimane dal lancio ufficiale. Dopo avervi proposto alcuni articoli in merito ai primi notebook equipaggiati con i nuovi processori di casa Intel (ricordiamo, ad esempio, il Dell XPS 17 con grafica Nvidia GeForce GT450M) e dopo aver appreso che le prime versioni disponibili sul mercato saranno quelle Quad Core, oggi scopriamo che le future CPU sviluppate dal chipmaker californiano integreranno la tecnologia Anti-Theft 3.0.

Intel Sandy Bridge

Tale soluzione non è nuova nelle architetture Intel ma la futura versione sembra avere potenzialità davvero interessanti. Ad esempio, sarà possibile, per motivi legati alla sicurezza di sistema, disabilitare il processore da remoto addirittura senza disporre di alcuna connessione e a PC spento se è il caso. Chiaramente tali dettagli meriterebbero un approfondimento che solo Intel potrebbe fornire. E’ verosimile l’ipotesi che tutte le informazioni vengano svelate in occasione del prossimo Consumer Electronics Show 2011 di Las Vegas dove Sandy Bridge farà la sua comparsa ufficiale.

Intel Anti-Theft 3.0 nasce dal presupposto che un sistema portatile è soggetto a frequenti smarrimenti e furti e, spesso, contiene dati sensibili e informazioni di una certa rilevanza che non dovrebbero essere ad appannaggio di nessuno oltre il proprietario. Nonostante le generose premesse, non è affatto chiaro quanto la tecnologia proposta da Intel sia effettivamente sinonimo di sicurezza e salvaguardia dei dati. E’ lecito chiedersi se un blocco tecnico di questo tipo sia aggirabile magari prevedendo lo spostamento dell’hard disk su un sistema diverso da quello di origine.

Secondo i pochi dettagli disponibili, un device bloccato potrebbe essere riattivato in diversi modi, sia digitando una apposita password in locale che attraverso una specifica procedura di autentificazione su rete 3G. Inoltre, sembra essere possibile riattivare il notebook sfruttando un token utilizzabile una sola volta. Sarà Intel a fornire tutte le spiegazioni del caso su una tecnologia che, perlomeno sulle intenzioni, è rivolta alla salvaguardia dei dati dell’utente e dell’integrità del suo dispositivo.

 

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