Ultrabook: Wireless Charging ricarica senza filiTra le tante caratteristiche annunciate per gli ultrabook di prossima generazione c'è anche quella che consentirà di ricaricare un device esterno in modalità wireless. Intel ne aveva già parlato in passato ma all'ultimo IDF ha fornito qualche indicazione tecnica in più ed ha soprattutto mostrato di aver migliorato l'efficienza della tecnologia impiegata.


Tra le caratteristiche annunciate da Intel per i propri ultrabook futuri una delle più interessanti, in quanto consente una grande comodità d'uso e aumenta la flessibilità d'impiego di questi portatili, è la capacità di ricaricare device esterni senza bisogno di utilizzare cavi. Di questa tecnologia si era accennato già in più occasioni sin dall'inizio dell'anno ma solo all'ultimo IDF 2012, conclusosi di recente, il colosso di Santa Clara ha dato qualche informazione tecnica più completa.

Intel Wireless Charging Technology o WCT, questo il nome della tecnologia, è basata sul principio della risonanza, ovviamente conosciuto da tempo in fisica ma non ancora impiegato in questo campo. Oltre infatti alla normale tecnologia conduttiva, basata cioè sull'uso di cavi elettrici, le soluzioni wireless più utilizzate sono state di tipo induttivo o anche capacitivo. La prima impiega i campi magnetici per trasmettere l'elettricità ma obbliga a tenere per forza il device a contatto con una base magnetica e perfettamente allineato al campo prodotto.

Ultrabook ricarica wireless

Quella capacitiva invece offre già una libertà maggiore, non obbligando l'utente ad allineare il dispositivo al campo magnetico, resta però l'obbligo di usare una base di ricarica, come accade ad esempio per il nuovo Nokia Lumia 920. La tecnologia a risonanza invece è molto più flessibile, perché non necessita nemmeno di una base. Sono sufficienti infatti due bobine collegate ciascuna a uno dei due device ed entrambe sintonizzate sulla stessa frequenza elettromagnetica. Quando saranno accostate quella che funziona da trasmettitore trasferirà l'energia al ricevitore, appunto per risonanza tra i due campi magnetici prodotti.

Se però i vantaggi sono evidenti questo non significa che la soluzione sia priva di limiti. In particolare i problemi sono due, entrambi correlati: l'efficienza e lo sviluppo di calore che dovrà essere disperso. Allo scorso IDF, quando la tecnologia fu illustrata per la prima volta, l'energia trasmessa da una bobina all'altra variava tra il 65 e il 75 %, mentre ora Intel indica un'efficienza compresa tra il 70 e l'80 %, un miglioramento significativo ma forse ancora insufficiente.

Questo inoltre significa che una parte dell'energia prodotta, si trasforma in calore, che dovrà quindi essere adeguatamente dissipato. Parliamo di valori non trascurabili, visto che si tratta di circa 6 W, mentre l'assorbimento energetico è di circa 15 W, un valore in grado di diminuire l'autonomia del portatile. Infine Intel ha ammesso che prima che questa tecnologia sia effettivamente impiegata dovrà rispondere correttamente anche a tutte le normative internazionali in materia di salute, anche se ha sottolineato che al momento la ricarica wireless è considerata alla stregua di infrarossi e microonde, non dannosi.

Insomma ci sono ancora diversi aspetti da mettere a punto prima che questa soluzione sia effettivamente vantaggiosa ma Intel ci sta lavorando alacremente e alcuni miglioramenti sono già stati ottenuti. Ci si aspetta dunque che i primi device dotati di ricarica wireless a risonanza possano raggiungere il mercato nella seconda metà del 2013, assieme ai processori Intel Haswell. All’inizio la scelta sarà obbligata: per fruire di tali tecnologie bisognerà infatti avere uno smartphone e un ultrabook Intel based ma è possibile che, se la cosa avrà successo, in un secondo tempo molti altri produttori di periferiche e smartphone adottino soluzioni compatibili.

Via: UBN

Google News
Le notizie e le recensioni di Notebook Italia sono anche su Google News. Seguici cliccando sulla stellina

Commenti