Infografica sul backup dei datiUn'infografica ci spiega perché la frequenza con cui si fa il backup dei propri file è importante, partendo dalle 5 cause più comuni di perdita dei dati: cancellazione intenzionale, disastro naturale, rimozione non intenzionale, furto o guasto.


Che si tratti di vecchie foto di una vacanza o di fatture ed altri documenti di lavoro, i file che conserviamo sul nostro computer o sui nostri smartphone hanno un'importanza fondamentale nelle nostre vite. Perderli, per via di un incidente o di un furto, è sempre un evento spiacevole che in alcuni casi si traduce semplicemente in alcune ore di lavoro extra per riscrivere un documento, in altri casi addirittura nella perdita di importanti memorie personali.

Purtroppo è una situazione in cui ci siamo trovati tutti ma che per fortuna si può risolvere facendo backup periodici. È lapalissiano ma per quanto consapevoli dell'importanza dei backup spesso ce ne dimentichiamo, lasciando trascorrere troppo tempo fra un backup e l'altro. Ed è un grave errore perché in quel lasso di tempo siamo soggetti alla perdita di dati. Diventa così fondamentale stabilire con esattezza una giusta frequenza di backup e, soprattutto, rispettarla.

Ci aiuta in questo compito l'infografica che è stata preparata da Recovery-Data e che parte dall'analisi delle 5 principali cause di perdita dei file. Al primo posto, a sorpresa, non c'è l'errore umano, nel quale rientrano le cadute del device o i versamenti di liquidi, che ritroviamo solo al quinto posto, ma la cancellazione volontaria dei file o dei programmi. Se ci pensate è vero: soprattutto chi usa lo smartphone fa periodicamente pulizia per liberare spazio di storage ma capita sempre di pentirsi di aver cancellato qualche immagine o qualche app.

Le altre possibili cause vanno dai file corrotti agli eventi naturali, come le inondazioni o gli incendi, oltre ovviamente al furto di dati e ai virus. Ci sono voluti anni, ma lo studio di Recovery-Data evidenzia che finalmente abbiamo capito che fare backup è importante e pochissimi di noi, solo il 25% non fa mai backup. Il resto mette in salvo i propri dati ma non spesso come dovrebbe (e in questo profilo credo che molti di noi si riconosceranno).

E così scopriamo anche che salvare i file sulle chiavette USB non li mette al sicuro e che il cloud non è immune al problema come avremmo potuto immaginare: il 47% delle aziende ha perso dati immagazzinati proprio sul cloud! Quindi, prudenza, backup frequenti e se perdete qualche file del quale non potete proprio fare a meno, non disperate. Ci sono servizi di recupero dati che possono aiutarvi.

L'infografica mostra l'importanza di fare backup frequenti

Google News
Le notizie e le recensioni di Notebook Italia sono anche su Google News. Seguici cliccando sulla stellina

Commenti