Google continua ad essere rimproverato dal governo cinese, in quale pretende un filtraggio dei risultati del motore di ricerca. L'azienda di Mountain View non ci sta e preparara il ritiro dalla Cina.
Google lascerà la Cina. La decisione sembra adesso inevitabile. L'azienda californiana conserverà alcune delle sue attività sul mercato orientale, ma abbandonerà quelle relative al motore di ricerca, che di fatto rappresenta il suo maggior successo. Google.cn sarà quindi consultabile ovunque nel mondo, ad eccezione della Cina. Questa mossa determinerà in un sol colpo la perdita del 30% delle quote di mercato di Google, a vantaggio quindi dei suoi concorrenti.
Il primo ad approfittarne dovrebbe essere Baidu. Il motore di ricerca cinese, che mostra solo risultati filtrati dalla cyberpolizia locale, recupererà un buon numero di utenti da Google.cn che quindi perderanno il diritto di accesso ad un'informazione libera. Su Baidu, se provate a digitare "Tibet libero" o "Tienamen", visualizzerete solo articoli e contenuti relativi ai meriti delle azioni (benefiche) del governo comunista cinese sulla popolazione tibetana o sulla protesta di piazza Tienanmen.
Yahoo! dovrebbe anche guadagnare utenti. Con il suo partner locale Alibaba, il motore di ricerca non ha mai discusso le leggi del governo cinese, fornendo (quando richiesto dalle autorità) l'indirizzo IP, il nome ed il cognome di chi aveva osato criticare la Cina. In passato, infatti, un dissidente cinese è stato condannato a 10 anni di carcere, portando Yahoo a modificare leggermente la sua policy per proteggere il popolo degli internauti.
