ImageUn consorzio capeggiato da Intel pubblica il primo set di specifiche per il trasferimento senza fili di contenuti digitali in alta definizione: nasce l'interfaccia WirelessHD o WiHD, l'equivalente wireless dell'HDMI.


Il consorzio WirelessHD ha finalmente rilasciato, dopo una lunga fase di sviluppo, il primo set di specifiche ufficiali dell'omonimo formato di video-trasmissione ad alta definizione senza fili: WirelessHD 1.0. Al progetto hanno collaborato Intel e altre aziende di spicco nel settore dell'elettronica come LG, Matsushita, NEC, Samsung, SiBEAM, Sony e Toshiba, con l'ausilio di Motion Picture Association of America (MPAA) e Digital Transmission Licensing Administrator (DTLA), per la protezione dei contenuti. 

L'interfaccia WirelessHD, denominata anche convenzionalmente WiHD, utilizzerà una frequenza di 60GHz, (una frequenza EHF, ossia Extremely high frequency in quanto compresa fra i 30 ed i 300 GHz): la frequenza è disponibile su ogni angolo del pianeta, ed è ancora senza licenza. Sarà quindi il WiHD la prima applicazione consumer a sfruttare questa frequenza, che potrà essere utilizzata per un gran numero di dispositivi, tra i quali le televisioni, i lettori ottici, console da gioco, e così via. In teoria, questa frequenza richiederebbe che i dispositivi possano "vedersi", cioè che non ci siano ostacoli fra di loro. Per ovviare a questo limite si adotterà la tecnica denominata "beamforming", la stessa della tecnologia MIMO, per intenderci.

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L'alta larghezza di banda, che raggiunge i 4Gbps, e può teoricamente sfondare questo tetto, è l'ideale per trasmettere il segnale ad alta definizione. Non mancherà un sistema di protezione dei contenuti sviluppato da un apposito gruppo di lavoro in seno alla MPAA. 

"I maggiori studi cinematografici stanno operando attivamente nello sviluppo di soluzioni innovative che daranno ai consumatori maggiore flessibilità e maggiore scelta di come e dove potranno accedere al mondo del cinema e degli show televisivi", esordisce Jim Williams, figura importante della MPAA. "L'impegno profuso in questo senso dovrebbe garantire quindi la sicurezza contro le violazioni, le distribuzioni illegali, ed il furto improprio di contenuti protetti".

Insomma, non dimentichiamoci che è pur sempre un business.

 

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