ImageDopo sette anni di lavoro, il progetto LinuxBios ha raggiunto la cifra di 1 milione di firmware liberi e, grazie al progetto OLPC (One Laptop Per Children) e a Google, si prevede che potrà superare le 10 milioni di unità installate nel 2007 e addirittura 100 milioni nel 2008.


Il BIOS (Basic Input Output System) è il primo codice eseguito da tutti i PC IBM-compatibili all'accensione. E' il BIOS che si occupa di controllare lo stato dell'hardware della macchina segnalando eventuali guasti rilevati e di caricare il sistema operativo in RAM in assenza di problemi ed è sempre il BIOS a fornire un'interfaccia per l'accesso alle periferiche e all'hardware del PC.

Ron Minnich illustra la crescita dei dispositivi supportati da LinuxBios

Per queste ragioni nel 1999 nei laboratori statunitensi di Los Alamos, sotto la guida di Ron Minnich, è sorto il progetto LinuxBios con l'obiettivo di creare un BIOS sostitutivo completamente open source (GPL) e più veloce dei BIOS proprietari. In questi anni, non sono state poche le difficoltà incontrare dal team di LinuxBios nella realizzazione del loro progetto: prima fra tutte il fatto che, essendo il BIOS la componente fondamentale per un PC, anche il minimo bug può causare l'inservibilità della macchina.
A questo ostacolo, di non poca importanza, si sono aggiunte anche le ostruzioni di alcune case produttrici, che si sono rifiutate di rilasciare pubblicamente le specifiche dei loro chipset. Sono, infatti, ancora pochi i modelli che LinuxBios supporta: 65 per la v1 e 56 per la v2.

Altre grandi aziende però hanno dato il loro contributo, a partire da AMD (ad oggi la maggior sostenitrice), Acer, Advancetech, SIS, Momentum Computer e Newisys.
Importante è stata anche la collaborazione con OpenBios, un progetto con simili intenti a quelli di LinuxBios.

Ora poi, grazie al progetto One Laptop Per Child di Nicholas Negroponte (vedi una prova qui ) e alla recente sponsorizzazione di Google, si aprono nuovi scenari di crescita per il firmware libero: è stato, così, realizzato un ambiente di testing automatizzato e distribuito nel mondo, su macchine con hardware diverso, che ne garantirà il corretto funzionamento su schede madri con eguali caratteristiche.

Il progetto assicura alcuni rilevanti vantaggi sul piano tecnico. LinuxBios è, innanzitutto, programmato in C, rendendo più facili e veloci le operazioni di debugging al contrario del linguaggio macchina (assembly). In secondo luogo è capace di tempi di boot ridotti rispetto ai BIOS proprietari (3 secondi dall'accensione alla comparsa della console di Linux). Infine, essendo gratuito e libero da licenze, comporterebbe una riduzione dei costi delle schede madri, sui quali oggi gravano pesantemente gli oneri derivanti dal firmware.

Ma avere un BIOS libero comporterebbe anche dei vantaggi che potremmo definire "ideologici" perchè vorrebbe dire contrastare le aspirazioni, purtroppo in via di realizzazione, del Trusted Computing Group: come sottolinea Ward Vandewege, amministratore della FSF (Free Software Foundation), "chiunque controlla il BIOS controlla il computer, se voi controllate il BIOS, potete bloccare qualsiasi cosa venga caricata dopo di esso".

Un BIOS libero, rilasciato sotto la collaudata licenza GPL, potrebbe invece garantire agli utenti la libertà di decidere quali programmi i loro PC dovranno eseguire, e che questa decisione non sia fatta da altri in nome di una non meglio precisata sicurezza che coincide pericolosamente con il tornaconto di poche grandi aziende.
Queste sono le prospettive per il futuro nel campo della libertà informatica. 

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