Test dell'ultrabook HP Envy 6HP Envy 6 è un computer portatile da primato: è uno dei primi ultrabook sul mercato nel formato 15,6 pollici e l'unico dotato di scheda video dedicata AMD. Un prodotto mainstream che sa unire qualità costruttiva e portabilità a una dotazione più completa e flessibile e a un prezzo più contenuto.


Il protagonista di questa recensione, HP Envy 6, ha inaugurato la categoria degli ultrabook mainstream da 15 pollici in Italia, con un prezzo assai aggressivo e un allestimento comunque competitivo e performante. Quando Intel ha lanciato gli ultrabook si proponeva di reinventare il portatile così come lo conosciamo, in modo da affrontare le nuove sfide poste dalla sempre crescente popolarità dei dispositivi ultramobile nel settore consumer ma anche in quello professionale. I clienti chiedono device che siano facili da trasportare e con una grande autonomia ma che al tempo stesso offrano una capacità di calcolo sufficiente non solo per il tempo libero ma anche per gli impegni lavorativi, in modo da essere sempre produttivi anche on-the-go.

I primi modelli di ultrabook però erano soluzioni premium, con design e materiali esclusivi ma anche con un prezzo superiore alla soglia psicologica dei 1000 euro che ne circoscriveva la diffusione all'interno di una ristretta nicchia di mercato. Per raggiungere, o almeno cercare di avvicinare l'ambizioso obiettivo di Intel di trasformare in ultrabook il 40% di tutti i computer portatili venduti era necessaria una svolta che avvicinasse il grande pubblico alla nuova categoria di prodotti.

HP Envy 6 è stato il primo ultrabook da 15 pollici in vendita in Italia

Questa svolta è rappresentata dagli ultrabook mainstream, fra i quali il nostro HP Envy 6 occupa come dicevamo un posto di spicco, perché nasce da un'analisi attenta delle richieste del mercato, soprattutto di quello europeo, dove dominano incontrastati i notebook da 15.6 pollici, dalle spiccate doti multimediali e dal costo inferiore ai 1000 euro.

Riuscire a proporre un device in grado di coniugare da un lato qualità costruttiva, materiali pregiati, misure contenute e prestazioni e dall'altro buone capacità multimediali – su tutte la presenza di una scheda video dedicata – e prezzi più accessibili, costituisce quindi una sfida tutt'altro che semplice e tuttavia si tratta di un risultato cruciale da conseguire per il successo degli ultrabook.

Il fondo dell'Envy 6 è di una vivace tinta rossa

HP Envy 6 supera in modo brillante questo ostacolo perché ha un prezzo ragionevole rispetto a quanto offre (899 euro è il costo di listino ma lo si può già reperire facilmente online a uno street price compreso tra gli 827 e gli 854 euro e con offerte promozionali che scendono addirittura a 699 euro), è uno dei primi ultrabook con diagonale di 15.6 pollici in luogo di quelle da 11 o 13 pollici a cui ci hanno abituato i modelli di prima generazione ed offre una dotazione multimediale senza compromessi, soprattutto grazie all'ottimo sistema audio ancora una volta firmato da Beats Audio e alla presenza di una scheda grafica dedicata AMD Radeon HD.

Profilo sinistro dell'ultrabook HP

Update: I lettori ci segnalano che HP Envy 6 è attualmente in vendita promozionale con prezzi di 699 euro e 799 euro in note catene dell'elettronica di consumo. Trovate maggiori informazioni al riguardo nei commenti a questa recensione.


Caratteristiche tecniche e dotazione

L'esemplare di Envy 6 in test è il modello 1070el, ed ha una configurazione hardware piuttosto interessante, che annovera un Intel Core i5 Ivy Bridge Ultra Low Voltage da 1.7 GHz, 4 GB di RAM DDR3, un hard disk da 5400 RPM e 500 GB di capacità affiancato da un piccolo SSD mSATA con funzioni di cache e soprattutto come detto una scheda video dedicata AMD Radeon HD 7670M con 2 GB di memoria DDR3.

Da notare inoltre che questa configurazione che vede il processore Intel affiancato da una scheda grafica AMD Radeon era erroneamente considerata impossibile fino ad oggi, per un pregiudizio legato al fatto che essendo "ultrabook" un marchio registrato di Intel, i portatili con grafica AMD sarebbero stati esclusi a priori. HP ha invece spiegato di aver scelto la scheda dell’azienda di Sunnyvale dopo un’attenta valutazione che l’ha vista contrapposta ad altre soluzioni e dalla quale è emerso che questo era il modello con le migliori performance a parità di profilo termico.

HP Envy 6 è l'unico ultrabook Intel con GPU AMD

Vediamo dunque più nel dettaglio qual è la dotazione completa di questo ultrabook mainstream:

  • Processore: Intel Core i5-3317U 1.7 GHz dual core 22 nm (Ivy Bridge)
  • Chipset: Intel HM77 Express PCH (Panther Point)
  • Memoria: 4 GB DDR3 
  • Scheda grafica: AMD Radeon HD 7670M con 2GB VRAM
  • HDD: Hitachi TravelStar Z5K500 500 GB SATA II 5400 RPM + SSD Samsung PM830 32 GB mSATA
  • Display: 15.6" 1366 × 768 pixel BrightView HD WLED backlight
  • Porte: 1x USB 2.0, 2x USB 3.0, 1x HDMI, 1x Multi Card Slot, 1x Line In, 1x Line Out, 1x RJ-45
  • Connettività: WiFi 802.11 b/g/n, Bluetooth 4.0, Gigabit Ethernet LAN
  • Batteria: 4 celle ai polimeri di litio da 60 Wh e 59585 mWh
  • Sistema Operativo: Microsoft Windows 7 Home Premium 64 bit
  • Dimensioni: 374 x 252 x 19.8 mm
  • Peso: 2.15 Kg

Unboxing

Come detto, HP Envy 6 appartiene a una fascia di prezzo più accessibile rispetto ad altri ultrabook sul mercato come ad esempio Envy Spectre o Spectre XT, tanto per restare in casa Hewlett Packard, e quindi anche la confezione ed il corredo sono più semplici. Partiamo dalla scatola, in cartone, la cui grafica essenziale somiglia a quella dei notebook Pavilion. I lati della confezione sono decorati esclusivamente dal logo HP, che spicca al centro di uno sfondo nero, mentre agli angoli sono presenti gli adesivi Intel e Beats Audio.

Envy 6 e la sua confezione

Il bundle invece, oltre a comprendere il notebook, protetto da una busta e da un imballaggio in polietilene espanso, è composto unicamente dall'alimentatore con il cavo di alimentazione, da una guida rapida e da un foglio con i contatti dell'assistenza. Per un commento approfondito sull'unboxing e sulle prime impressioni con l'Envy 6 vi rimandiamo a questo nostro precedente contributo.


Design e impressioni generali

Come consuetudine di Hewlett-Packard, tutti i suoi portatili hanno un'identità estetica comune, che deriva da un preciso tema stilistico. L'originario approccio denominato MUSE (Materiali, Usabilità, Seduzione dei sensi ed Esperienza d'uso) è confluito ultimamente nel concept Mosaic che dà ampio risalto ai colori, ma la sensazione che abbiamo provando l'Envy 6 è che questo ultrabook prefiguri già le prossime evoluzioni del design HP. 

Lo stile è infatti assai contemporaneo, di tipo full flat, caratterizzato da linee essenziali e molto pulite. I materiali pregevoli e l'attenzione per l'ergonomia d'uso, invece, segnano una netta continuità con la filosofia MUSE. La scocca presenta una cover e un piano tastiera entrambi in lega di alluminio con finitura spazzolata e una colorazione scura, quasi nera, molto sobria ed elegante, che esalta ulteriormente le linee tese del notebook.

L'ultrabook HP Envy 6 visto dal coperchio

Il fondo è invece in fibra di vetro, un materiale che sa coniugare robustezza e peso contenuto con un aspetto comunque gradevole, con un rivestimento gommato di estrema praticità perché nasconde le ditate e lo sporco, protegge dall'usura e dagli urti e migliora la presa. La differenza di materiali è sottolineata a livello cromatico dalla scelta di una vivace tinta rossa per il pannello inferiore mentre piano tastiera e display lid riprendono il colore della cover.

Il fondo in fibra di vetro è rivestito con una gommatura di colore rosso

L'uso dei colori che potrebbe sembrare un po' spregiudicato, è invece dosato accuratamente: quando l'Envy 6 è poggiato su un tavolo, dell'appariscente colorazione rossa si intravedono soltanto i richiami sui fianchi, quando invece s'impugna il portatile chiuso per trasportarlo, si potrà decidere quale lato mostrare, la cover più sobria ed elegante o il fondo più deciso e divertente.

A notebook aperto si vede solo un piccolo richiamo rosso sui lati, mentre il resto del telaio è tutto in alluminio spazzolato nero

Logo HP cromato sulla cover in alluminio

Tutte le facce dello chassis sono poi impreziosite da dettagli che denotano una certa ricercatezza e una buona precisione nell'assemblaggio, come gli anelli cromati che circondano i piedini in gomma su cui poggia l'ultrabook, la "b" di BeatsAudio rossa sulla speaker bar, il logo HP rotondo che interrompe l'uniformità della cover, o il logo Hewlett Packard esteso che occupa il centro del lato posteriore del portatile.

Il logo rosso Beats Audio su un angolo della speaker bar

La scocca ha uno spessore di 19.8 mm e un peso di poco superiore ai 2 Kg, misure quindi decisamente inferiori a quelle dei normali notebook mainstream e del tutto allineate alle direttive Intel per gli ultrabook, nonostante il formato di 15,6 pollici dello schermo. La base è solida, priva di flessioni significative ed appare ben curata, movimentata anche da due avvallamenti che ospitano rispettivamente la tastiera e il touchpad. La prima è di tipo chiclet ad elementi isolati e si estende quasi per l'intera ampiezza del portatile, riuscendo così a garantire un layout e una dimensione dei tasti che permettono di scrivere in modo comodo e preciso. Assai ampio è anche il touchpad realizzato da Synaptics con supporto per le gestures multitouch e quindi pronto per l'upgrade a Windows 8.

La base dell'Envy 6 è solida ed è occupata principalmente dai dispositivi di input, tastiera e touchpad

Il coperchio ospita una webcam HP TrueVision HD e un display BrightView HD con finitura glossy che, se da un lato migliora la resa cromatica, dall'altro rende più difficoltosa la lettura in condizioni di illuminazione ambientale sfavorevole. Nonostante le dimensioni contenute poi HP è riuscita comunque a integrare una varietà di porte interessante, che vedremo più in dettaglio tra poco, e che comprende anche plug meno diffusi sugli ultrabook, come la porta RJ-45 per la connessione alle reti cablate.


Interfacce

A tutti piacciono i notebook ultrasottili, ma ridurre lo spessore del telaio impone alcune sfide tecniche che non sempre è possibile superare in modo convincente. Per questa ragione gli ultrabook dal design più estremo devono rinunciare ad alcune interfacce, soprattutto quelle più ingombranti come le uscite video standard e il connettore RJ45 per Ethernet LAN, e compensare queste mancanze con l'aggiunta di adattatori o di porte in formato micro o mini.

Per fortuna, questo non è il caso dell'HP Envy 6, che nonostante lo spessore inferiore ai 2cm assicura comunque tutte le porte d'espansione che abbiamo comunemente sui notebook mainstream.

Lato posteriore: Il display, ruotando, va a coprire il lato posteriore della base che quindi è totalmente sgombro da porte e connettori di vario genere. Anche qui però HP non ha rinunciato a un tocco di stile, occupando lo spazio disponibile in larghezza con la scritta Hewlett Packard per esteso, con un risultato estetico davvero riuscito.

Particolare del lato posteriore con il logo esteso Hewlett Packard

Lato sinistro: Sul versante sinistro troviamo un connettore RJ-45 con bordo ripiegabile, così da poter essere integrato anche in un fianco snello come quello dell'Envy 6, un'uscita video digitale HDMI, due porte USB 3.0, un lettore di schede di memoria multiformato e due LED di stato a luce bianca.

Porte sul lato sinistro: Ethernet LAN, HDMI, 2 USB 3.0

Lato destro: Sulla destra invece troviamo il plug dell'alimentazione elettrica, dotato anche di LED di stato, assente invece sull'alimentatore esterno, una porta USB 2.0 autoalimentata, i jack audio per cuffie e microfono e l'attacco di sicurezza di tipo Kensington.

Porte sul lato destro: USB 2.0 e jack audio

Lato anteriore: La forma rastremata dello chassis termina con un sottile bordo anteriore che ovviamente non offre nessuno spazio per eventuali interfacce.

Il lato anteriore, visto di profilo, mostra l'eccezionale sottigliezza dell'Envy 6

Fondo: Il fondo è del tutto privo di sportelli o porte di qualsiasi tipo, eccezion fatta per alcune griglie per l'aerazione interna. Nell'Envy 6 infatti l'aria viene risucchiata dall'esterno attraverso queste griglie e poi espulsa sul retro, così da non dare alcun fastidio all'utente. La mancanza di sportelli comunque non limita la possibilità di accedere all'interno, vuoi per svolgere attività di manutenzione e pulizia, vuoi per effettuare l'upgrade di qualche componente: è sufficiente infatti svitare le 12 viti che fissano il fondo al resto della scocca per riuscire ad asportarlo facilmente, anche se con un po' di attenzione e l’uso di strumenti adatti.

Le griglie di ventilazione sul fondo

Il fondo dell'Envy 6 è uniforme e privo di vani o sportellini d'accesso rapido


Disassemblaggio e componenti interni

Dopo aver tolto il pannello che copre il fondo si può accedere facilmente all'intera piattaforma hardware interna, senza altri impedimenti. È possibile così effettuare operazioni di upgrade e manutenzione e apprezzare anche l'ottimo lavoro svolto dagli ingegneri HP nell'organizzazione dello spazio interno, come vi mostriamo anche nella nostra videorecensione.

Vi anticipiamo anche che l'Envy 6 è dotato di tecnologia CoolSense per migliorare le temperature e una parte fondamentale di questa soluzione consiste nel fatto di posizionare i componenti che raggiungono le temperature più alte lontano dall'utente, affinché le aree del telaio con cui viene a contatto risultino sempre fresche.

L'ovvia conseguenza è che processore e scheda video si trovano spostati ai margini della motherboard verso il retro. Per il raffreddamento, ciascuno dei due chip è provvisto di un dissipatore dotato della propria heatpipe in rame. Le due heatpipe poi confluiscono nella parte terminale per sboccare in corrispondenza della ventola. Oltre che in prestazioni quindi l'utente ci guadagnerà anche in comfort d'uso, ad esempio quando si è in luoghi silenziosi come una sala di lettura, o quando si vuol ascoltare musica o vedere un film senza essere disturbati da fastidiosi rumori di sottofondo. Il PCH invece è del tutto privo di un sistema di raffreddamento, anche passivo.

Per apprire l'Envy 6 bisogna rimuovere il pannello inferiore svitando 12 viti

Il design interno rivela l'ottima progettazione del portatile

Tra le altre cose che possono essere notate ci sono il woofer HP Triple Bass, posto nell'angolo superiore sinistro, e gli altoparlanti che corrono all'interno della speaker bar, il modulo WiFi su minicard PCI Express e la presenza di due slot per la RAM, di cui uno solo occupato da un modulo da 4 GB. Questo significa che per l'utente è possibile effettuare l'upgrade della memoria a 8GB anche in un secondo momento, con la massima convenienza perché dovrà aggiungere soltanto un modulo di memoria e non dovrà rimpiazzarne due.

HP Envy 6 parzialmente smontato

Ci sono due slot di memoria dei quali uno è libero per eventuali upgrade

Il sistema di raffreddamento è composto da due heatpipe in rame per CPU e GPU

Sul lato destro si vedono i due drive che compongono la soluzione di storage ibrida, un hard disk magnetico tradizionale e una unità SSD Samsung PM830 da 32 GB su modulo mSATA. L'uso di SSD mSATA o iSSD saldati direttamente sulla motherboard è comune sugli ultrabook mainstream perché permette di mantenere i benefici della tecnologia Intel Rapid Start senza però i costi di un SSD di tipo standard. Risparmio che nel caso specifico non significa rinunciare alla qualità e alle prestazioni, in quanto abbiamo un modulo mSATA appartenente alla serie Samsung PM830, che è la versione OEM dei drive allo stato solido Samsung serie 830 di cui conosciamo le ottime performance.

Un SSD mSATA ed un hard disk magnetico SATA compongono la soluzione di storage


Processore, piattaforma e memoria

Intel ha fissato una serie di stringenti parametri che un notebook deve soddisfare per ottenere il marchio ultrabook. Alcuni di questi criteri riguardano la piattaforma hardware che sappiamo deve comprendere processori ad alta efficienza e garantire prestazioni di vertice. HP Envy 6 non fa eccezione: la presenza del processore Intel Core i5, sebbene di tipo LV, affiancato dalla scheda grafica dedicata AMD Radeon HD consente un'incredibile flessibilità d'uso, rendendolo adatto a diversi scenari d'uso, dalla riproduzione multimediale alla produttività, fino all'impiego in ambito videoludico, almeno per quanto riguarda il casual gamer.

L'azienda statunitense ha dunque scelto per il suo Envy 6 1070el un processore Intel Core i5-3317U, un dual core di tipo low voltage espressamente sviluppato dal chipmaker californiano per l'uso in portatili ultrasottili in cui mobilità ed autonomia sono aspetti preponderanti rispetto alle prestazioni pure. La CPU è basata sull'architettura Ivy Bridge di ultima generazione ed ha un clock rate di 1.7 GHz, ma può raggiungere un massimo di 2.6 GHz grazie alla tecnologia Intel Turbo Boost, che ne aumenta dinamicamente la frequenza operativa a seconda del carico di lavoro.

Il processore Intel Core i5-3317U affiancato dalla GPU AMD Radeon HD 7670M

Vi ricordo che la tecnologia Turbo Boost può essere assimilata ad un overclock dei core del processore, ma restando all'interno del profilo termico definito dal TDP. Quindi se usate 1 solo core, allora è probabile che la frequenza raggiunga la vetta massima di 2.6GHz, mentre se il processore è a pieno carico (compreso il sottosistema grafico integrato!) allora non riuscirà ad andare oltre la frequenza massima nominale di 1.7GHz. Più che un overclock in senso stretto, quindi Turbo Boost consiste nel concentrare le risorse del processore su una certa area per consentirle di finire prima i propri compiti. In quest'ottica la tecnologia TB è al centro della filosofia "Hurry Up and Go Idle" che ha come obiettivo la massimizzazione dell'efficienza energetica e non delle prestazioni pure.

Il processore, con la tecnologia Turbo Boost raggiunge una frequenza massima di 2,6GHz

Grazie all'adozione di un processo litografico a 22 nm di tipo Tri-Gate 3D e ad altri accorgimenti questo processore ha poi un TDP di soli 17 W, comprensivi anche del sottosistema grafico integrato e del controller di memoria. La CPU ha anche una cache L3 di 3 MB.

Ad affiancare il processore troviamo come sempre il Platform Controller Hub (PCH) Intel HM77 Panther Point, che si occupa della gestione di tutte le porte di I/O e dell’audio, mentre il controller della memoria è integrato all'interno della CPU e supporta fino a due slot So-DIMM di RAM DDR3 a 1333 o 1600 MHz, per un totale di 32 GB, anche se gli HP Envy 6 possono essere equipaggiati con un massimo di 16 GB di RAM. Il software AIDA64 Extreme Edition ci fornisce qualche dato aggiuntivo proprio sul tipo di memoria installata. In particolare possiamo vedere che il modulo da 4 GB presente in uno dei due slot disponibili è prodotto da Hynix ed è targato HMT351S6CFR8C-PB:

  • Nome modulo: SK Hynix HMT351S6CFR8C-PB
  • Numero di serie: 00C97E74h (1954466048)
  • Data di produzione: Settimana 17 / 2012
  • Capacità modulo: 4 GB (2 ranks, 8 banks)
  • Tipo modulo: SO-DIMM
  • Tipo memoria: DDR3 SDRAM
  • Velocità: DDR3-1600 (800 MHz)
  • Ampiezza bus: 64 bit
  • Voltaggio: 1.5 V
  • Metodo rilevamento errore: Nessuno
  • Produttore DRAM: SK Hynix
    • @ 800 MHz 11-11-11-28  (CL-RCD-RP-RAS) / 39-128-5-12-6-6-24  (RC-RFC-RRD-WR-WTR-RTP-FAW)
    • @ 761 MHz 10-10-10-27  (CL-RCD-RP-RAS) / 37-122-5-12-6-6-23  (RC-RFC-RRD-WR-WTR-RTP-FAW)
    • @ 685 MHz 9-9-9-24  (CL-RCD-RP-RAS) / 33-110-5-11-6-6-21  (RC-RFC-RRD-WR-WTR-RTP-FAW)
    • @ 609 MHz 8-8-8-22  (CL-RCD-RP-RAS) / 30-98-4-10-5-5-19  (RC-RFC-RRD-WR-WTR-RTP-FAW)
    • @ 533 MHz 7-7-7-19  (CL-RCD-RP-RAS) / 26-86-4-8-4-4-16  (RC-RFC-RRD-WR-WTR-RTP-FAW)
    • @ 457 MHz 6-6-6-16  (CL-RCD-RP-RAS) / 22-74-3-7-4-4-14  (RC-RFC-RRD-WR-WTR-RTP-FAW)
    • @ 380 MHz 5-5-5-14  (CL-RCD-RP-RAS) / 19-61-3-6-3-3-12  (RC-RFC-RRD-WR-WTR-RTP-FAW)

Audio e video

Il reparto audio è gestito dal controller High Definition Audio IDT 92HD81B1X integrato nel chipset Intel HM77. Il chip supporta fino a 8 canali audio a una risoluzione massima di 32 bit/192 kHz e fornisce una banda dedicata per il trasporto del segnale, evitando così possibili disturbi dovuti a interferenze elettromagnetiche, ovviamente presenti in grande quantità su una scheda madre.

HP poi ha collaborato come sempre con Beats Audio, azienda fondata dal celebre Dr. Dre, per realizzare ed ottimizzare il sistema audio dell'Envy 6. Nonostante le dimensioni compatte dunque, grazie a uno studio accurato delle volumetrie interne e del miglior posizionamento degli speaker al fine di ottenere una buona resa, troviamo un sistema di tipo 2.1, con due altoparlanti sistemati in alto sul piano tastiera, dietro la speaker bar con griglia protettiva che porta appunto il logo rosso di Beats Audio, e un woofer che invece è posizionato sul fondo e aiuta a rinforzare le emissioni nella banda medio bassa, così da ottenere una riproduzione audio più piena e realistica, ad esempio quando si guarda un film o si gioca.

Subwoofer HP Triple Bass e altoparlanti Beats Audio

I due speaker principali invece sono rivolti verso l'alto e leggermente inclinati verso l'utente seduto di fronte al notebook, così da emettere nella sua direzione senza trovare ostacoli lungo il percorso. In questo modo l'audio sarà chiaro e squillante e non sarà disturbato da riflessioni o rifrazioni fastidiose che ne peggiorerebbero la qualità generale. Osservando il subwoofer HP Triple Bass ed i satelliti all'interno del telaio, possiamo notare inoltre che sono stati installati utilizzando appositi piedini che servono a smorzare eventuali vibrazioni trasmesse dal telaio del portatile.

Console Beats Audio

Beats ha curato anche la componente software del sistema audio, tramite l’omonima applicazione che offre un numero maggiore di opzioni rispetto al semplice pannello audio del sistema operativo, consentendo così ai più esperti di esercitare un controllo più granulare sui vari parametri audio. È disponibile ad esempio un equalizzatore grafico a bande che permette anche di creare profili personalizzati accanto ai tre preset specifici per la riproduzione di voce, musica e filmati e la possibilità di controllare le funzioni del microfono abbinato alla webcam, abilitando ad esempio una funzione di soppressione del rumore di sottofondo e dell'eco acustica all'interno di un angolo di 30° dalla webcam.

Il comparto grafico invece è gestito da una soluzione ibrida composta dall'IGP Intel HD 4000 integrato nel processore e dalla scheda video dedicata AMD Radeon HD 7670M. Il primo rappresenta un'evoluzione rispetto al processore grafico presente nelle CPU Sandy Bridge. La nuova versione è realizzata a 22 nm ed è stata completamente riprogettata per introdurre il supporto alle DirectX 11, alla tassellazione hardware, e alle funzioni DirectCompute. Il processore grafico inoltre ha ora 16 pipeline unificate in luogo delle precedenti 12, con un clock rate di 350 MHz che però può salire dinamicamente fino a 1.3 GHz, sempre tramite Turbo Boost, proprio come avviene per il processore, infine è stata integrata anche una cache di terzo livello dedicata, mentre prima veniva sfruttata soltanto la LLC (Last Level Cache) della CPU.

GPUz: Intel HD 4000 e AMD Radeon HD 7670M

Le IPC (Istruzioni Per Clock) di conseguenza sono ora nel complesso superiori rispetto alla generazione passata con un miglioramento generale delle prestazioni dell'ordine del 60%, come è rilevabile ad esempio con 3DMark Vantage. Anche dal punto di vista multimediale la situazione è nettamente migliorata. Il decoder video Multi Format Codec Engine (MFX) è stato potenziato e consente ora la decodifica di video 4K multipli, oltre a supportare i codec MPEG2, VC1, WMV9 e H264. Anche la tecnologia QuickSync, giunta alla revisione 2 e che permette di sfruttare l'accelerazione hardware anche nella codifica video, è stata ottimizzata per offrire prestazioni superiori.

Per la scheda video dedicata, HP ha dichiarato di aver optato per una AMD Radeon HD 7670M dopo aver accuratamente confrontato consumi e prestazioni delle soluzioni concorrenti, ed in effetti le GPU Nvidia nello stesso range di prestazioni della 7670M hanno TDP di 30W e oltre contro il TDP di circa 20W della GPU AMD.

La scheda AMD Radeon HD 7670M appartiene alla fascia mainstream e può contare su 480 pipeline unificate e una frequenza di 600 MHz per il core e le shader unit, mentre le memorie, che possono essere di tipo DDR3 o GDDR5 a scelta del produttore, hanno un clock rate di 900 MHz, il bus infine è a 128 bit. La GPU è compatibile con le API DirectX 11 e gli shader model 5.0 e integra la tecnologia UVD3, per decodificare via hardware i formati più diffusi come HD MPEG-4 AVC/H.264, VC-1, MPEG-2, Flash, Multi-View Codec (MVC) e MPEG-4 part 2 (DivX, XviD).

Di fatto però la scheda video dedicata viene utilizzata solo nel caso in cui si voglia giocare perché come abbiamo appena visto anche le operazioni di transcodifica sono interamente supportate dall'IGP integrato nella CPU Intel.

Le due GPU sono poi coordinate grazie alla tecnologia AMD PowerXpress. Quest'ultima funziona in maniera differente rispetto all'analoga soluzione Nvidia Optimus. Mentre infatti questa usa un database di applicazioni che viene costantemente aggiornato per determinare quando deve intervenire la grafica dedicata, PowerXpress lo determina invece dinamicamente, in base alla richiesta di risorse, anche se all'utente è sempre lasciata la possibilità di intervenire manualmente attraverso i comandi presenti nel pannello dedicato alla Switchable Graphics.

In entrambi i casi comunque lo switch è istantaneo e l'utente non nota nulla né l'operazione gli viene segnalata in alcun modo. Mentre per le GPU Nvidia è disponibile un gadget (opzionale) per Windows che mostra l'acceleratore grafico in uso, non abbiamo conoscenza di un tool analogo per la controparte AMD. La difficoltà di controllare l’effettivo funzionamento della GPU dedicata e l’incapacità da parte di programmi e benchmark a rilevare l'esatto stato delle Radeon mobile danno quindi molto spesso adito ad alcuni fraintendimenti da parte degli utenti, a cui capita con una certa frequenza di segnalare malfunzionamenti che invece non ci sono.

Per verificare il corretto funzionamento della propria soluzione ibrida AMD consigliamo dunque di utilizzare gadget di terze parti come GPU Observer o GPU Monitor che, se impostati correttamente, sono in grado di mostrare il reale impiego della Radeon HD. Ricordiamo anche che AMD PowerXpress consente solo di alternare e non di combinare i due acceleratori video, cosa che si può fare invece solo quando il notebook sia dotato di una scheda video dedicata AMD e di una APU dello stesso produttore.

Lo schermo da 15,6 pollici ha superato le aspettative

Passiamo ora al monitor, un LCD ChiMei N15B6 da 15.6 pollici di diagonale, in formato 16:9, retroilluminato a LED e caratterizzato da una risoluzione HD di 1366 x 768 pixel. Il pannello è dotato di un buon livello di contrasto, pari a 500:1 e di una luminanza nella norma, con un valore massimo di 220 nits. Lo schermo presenta un trattamento glossy che HP chiama BrightView, che esalta la saturazione e la vividezza dei colori a scapito però di una inferiore leggibilità in caso di forte illuminazione ambientale o fonti di luce diretta. Nonostante il trattamento glossy e le caratteristiche medie di questo pannello LCD siamo rimasti comunque stupiti dalla sua resa, degna di schermi di livello superiore.

Il comparto audio-video è infine completato da una webcam HD TrueVision, dotata di un nuovo tipo di sensore che permette di ottenere un'alta qualità delle immagini anche in presenza di poca luce, e da un microfono integrato.


Tastiera e touchpad

La tastiera ha un layout ad isola, come impongono i trend del momento. Il formato da 15,6 pollici del telaio consente ai produttori di scegliere fra una tastiera standard, con tasti realmente full size, oppure in alternativa su una tastiera con pad numerico stringendo un po' i tasti Ctrl, Shift e Invio. HP ha deciso di privilegiare l'ergonomia ed il massimo comfort di battitura optando per una tastiera full size con tasti di dimensioni identiche a quelle della tastiera di un PC fisso, ma sprovvista di tastierino numerico.

Anche in questo caso i progettisti HP si sono trovati a fare i conti con lo spessore ultrasottile del telaio ma sono riusciti comunque a garantire una buona corsa dei tasti e quindi un buon feedback alla pressione, che è un aspetto di non secondaria importanza per chi scrive a lungo sul laptop. È evidente che nella progettazione dei dispositivi di input HP si sia ispirata alla massima concretezza eliminando tutto il superfluo per concentrarsi su ciò che è realmente utile ed importante.

Lo stesso criterio è alla base della decisione di invertire il comune funzionamento dei tasti funzione. Normalmente sui notebook questi tasti sono associati ad alcune funzionalità fondamentali come il controllo della luminosità o del volume, l'abilitazione delle interfacce di rete wireless o la selezione dello schermo, ma per attivarle è necessario usare una combinazione da tastiera che prevede anche la pressione del tasto Fn. È una soluzione poco pratica perché la maggior parte degli utenti utilizza quesi tasti solo per quelle funzionalità "secondarie".

Tastiera ad isola e touchpad multitouch

HP ha deciso invece di semplificarci la vita creando i cosiddetti "Action Keys": sono i vecchi tasti funzione ma sono associati direttamente ad una precisa funzionalità senza richiedere più la pressione contemporanea del tasto Fn. Non è una novità assoluta perché HP adotta questo accorgimento già da qualche tempo sulle sue macchine ma è sicuramente un'idea semplice e utile.

Al centro del palmrest troviamo invece il touchpad, un Synaptics ClickPad di tipo multitouch, con i tasti di selezione annidati sotto la superficie sensibile. Si tratta di una tipologia di touchpad che si è imposta per ragioni estetiche e perché consente di avere un'area di puntamento più ampia, ma nonostante gli evidenti miglioramenti che ha subìto nel corso del tempo continua a disorientare chi è abituato al mouse o ai vecchi touchpad con pulsanti di selezione fisici.

Particolare del touchpad Synaptics Clickpad

Il touchpad può essere disabilitato o riattivato semplicemente con un doppio tap in corrispondenza dell'angolo superiore sinistro: un LED di color ambra posto di fianco ce ne indicherà poi il relativo stato. Durante l'uso la periferica di input si è rivelata sufficientemente precisa e reattiva. Inoltre, grazie al pannello di controllo Synaptics, è anche possibile personalizzare le gesture multitouch fino a quattro dita, abilitare il respingimento del palmo della mano onde evitare che il cursore si sposti mentre digitiamo e gestirne le impostazioni principali.


Storage

HP Envy 6 1070el è equipaggiato con una particolare soluzione ibrida di storage che vede un hard disk tradizionale Hitachi TravelStar Z5K500 di tipo SATA II con capienza di 500 GB, buffer da 8 MB e velocità di rotazione dei piattelli pari a 5400 RPM, affiancato da un SSD Samsung PM830 da 32 GB mSATA, che svolge le funzioni di flash cache per velocizzare l'esecuzione del sistema operativo e dei programmi principali e che consente di implementare la funzione Rapid Start di Intel, per uscire dallo stato di standby in soli 2 secondi. Il drive allo stato solido quindi assume la funzione che in passato avevano i moduli Turbo Cache mentre per lo stoccaggio dei file si usa il drive magnetico tradizionale, anche se per gli utenti più esperti non sarà difficile cambiare questa impostazione.

L'unità Hitachi è di tipo ultrasottile, con uno spessore di soli 7 mm ed adotta il nuovo 4K Advanced Format, che combina assieme 8 settori da 512 byte in uno unico da 4096 byte al fine di sfruttare al meglio la superficie dei dischi, migliorando così le prestazioni ma soprattutto l'affidabilità nel tempo.

Un SSD Samsung PM830 da 32GB dona vivacità allo storage magnetico su HDD Hitachi

Il Samsung PM830 invece è un'unità a stato solido di tipo mSATA con interfaccia SATA III 6 Gb/s, la cui caratteristica principale è quella di utilizzare esclusivamente chip Samsung, sia per quanto riguarda i moduli a 27 nm di tipo Toggle DDR NAND Flash che il controller vero e proprio, l'S4LJ204X01-Y040, basato su un processore a tre core ARM Cortex A9. È un drive dalle prestazioni particolarmente elevate, come potete anche leggere nel nostro approfondimento tecnico su questi SSD.

Reti

Passando alle interfacce di rete, il notebook HP Envy 6 è dotato di connettività WiFi 802.11 b/g/n tramite il chip Broadcom BCM4313GN e Bluetooth 4.0 Broadcom 20702 su modulo combo PCI Express minicard, e di Gigabit Ethernet LAN, gestita dal Realtek RTL8168/8111.

La scheda Broadcom ha formato half-size e combina Bluetooth e WiFi in un'unica soluzione. Broadcom BCM4313GN è un chip a banda singola, con supporto agli standard di sicurezza WPA e WPA2 (802.11i) e alla cifratura di tipo AES via hardware, abbinata ai protocolli TKIP e IEEE 802.1X. Il chip inoltre integra anche un motore hardware di tipo WAPI (WLAN Authentication and Privacy Infrastructure).

Il modulo WiFi + Bluetooth marchiato Broadcom

Il contorller Realtek invece combina un MAC (Media Access Controller) a tripla velocità di tipo IEEE 802.3 compliant con un ricevitore Ethernet sempre a tripla velocità, caratteristiche che, assieme al supporto di funzioni come Crossover Detection & Auto-Correction, correzione della polarità, equalizzazione adattiva, cancellazione dell'eco e del cross-talk, timing recovery e correzione degli errori, dovrebbero assicurare una trasmissione affidabile e veloce.

Per gestire le interfacce di rete c'è un apposito tool denominato HP Connection Manager che si attiva anche premendo sul tasto funzione F12 e che supporta una comoda modalità aereo che consente, se impostata prima del decollo, di utilizzare il portatile in volo.

HP Connection manager


Batteria e temperature

HP Envy 6 è equipaggiato con una batteria a 4 celle ai polimeri di litio da 60 Wh, una capacità adeguata rispetto alla piattaforma hardware in dotazione, che dovrebbe garantire dunque un'autonomia sufficientemente lunga. Per verificarlo abbiamo utilizzato come sempre il software Bapco MobileMark 2007 impostato nello scenario Reader, in modo da simulare una condizione di idle costante, al fine di rilevare quella che può essere considerata l'autonomia massima.

Ricordiamo inoltre che nei nostri test impostiamo sempre il profilo energetico improntato al massimo risparmio ma lasciamo contemporaneamente la luminanza del display al valore più elevato, così da simulare condizioni più realistiche. In questo modo abbiamo registrato un'autonomia di ben 459 minuti, pari a 7 ore e 39 minuti, un risultato di tutto rispetto, assai vicino alle canoniche 8 ore stabilite da Intel per i suoi ultrabook e in grado dunque di garantire la copertura di un’intera giornata lavorativa o, se preferite, la possibilità di riprodurre diversi film.

La sottilisisma batteria ai polimeri di litio a 4 celle da 60Wh

Come la maggior parte degli ultrabook anche l'Envy 6 non ha la batteria removibile, quindi avere una durata della batteria elevata è di fondamentale importanza perché non potrete inserire una seconda batteria al volo. Resta comunque la possibilità di aprire il fondo del portatile per effettuare interventi di manutenzione o sostituzione della batteria.

Nella rilevazione delle temperature con il Test di Stress di AIDA64 abbiamo registrato un valore di soglia di 67.1° C sulla CPU, segno che il sistema di raffreddamento di cui abbiamo parlato in precedenza svolge un ottimo lavoro, come confermato anche dalla temperatura di soli 31° C dell'hard disk, che ci conferma che il ricircolo di aria all'interno è ottimo e gli altri componenti critici non si surriscaldano.

Rilevazione delle temperature di soglia sull'Envy 6

È un risultato davvero sorprendente se si considera che sugli altri ultrabook che abbiamo provato si raggiungevano temperature di soglia di 80 gradi nonostante i processori a basso voltaggio, e che la ventola del nostro portatile di prova spesso è inattiva e quando gira è estremamente silenziosa.

Il sistema di raffreddamento comprende una ventola e due heatpipe di rame

Inoltre anche l'Envy 6 è dotato di tecnologia HP Coolsense che consente di rilevare automaticamente se il notebook è posizionato su una scrivania o sulle ginocchia dell'utente, impostando di conseguenza la velocità della ventola, così da conseguire in ogni situazione il miglior compromesso possibile tra prestazioni, silenziosità e comfort d'uso. Abilitando la funzione CoolSense dunque si guadagna ancora qualche altro grado senza peraltro compromettere le performance complessive.

Tecnologia HP CoolSense


Test

Come nostra consuetudine per valutare le prestazioni del notebook abbiamo utilizzato diversi tool. 7Zip e SuperPi ci diranno di cosa è capace il Core i5, mentre i vari 3DMark ci consentiranno di verificare le performance della scheda grafica dedicata. Il sistema nel suo complesso infine è stato valutato tramite diverse generazioni del benchmark sintetico PCMark. Prima di passare in rassegna questi test, vi ricordiamo che l'Indice delle prestazioni di Windows registra uno score di 5.0 dovuto alle prestazioni con l'interfaccia grafica dell'OS di Redmond, mentre tutti gli altri scenari ottengono score intorno ai 6 punti, con punteggi di vertice di 6.3 per il gaming e 6.9 per le capacità di calcolo del processore.

SuperPi e 7Zip, i due test che usiamo per valutare la CPU rispettivamente nel single threading e nel multithreading, confermano le ottime prestazioni di cui è capace il Core i5 Ivy Bridge scelto da HP. Comparandolo nel nostro database di risultati emerge un sostanziale allineamento con l'Intel Core i5-2410M, un dual core Sandy Bridge, di generazione subito precedente. È un risultato entusiasmante considerando che quest'ultimo è un processore a voltaggio standard e ha un clock rate di 2.3 GHz, contro 1.7 GHz della CPU dell'Envy. Il passaggio ad un processo produttivo a 22nm, quindi più miniaturizzato, ha consentito di ottenere prestazioni di pari livello ma con una significativa riduzione dei consumi, a tutto vantaggio dell'autonomia e del comfort termico.

SuperPi

7zip

Ma non è solo il processore a offrire ottime performance. Grazie a una serie di scelte intelligenti e alla presenza di un'unità SSD, seppur di piccole dimensioni e con funzioni di cache, è il sistema nel suo complesso a far registrare prestazioni elevate, come testimoniato dai punteggi raggiunti con i benchmark sintetici PCMark 05, PCMark 7 e PCMark Vantage.

PCMark05

PCMark Vantage

PCMark 7

Il merito è dunque da ascrivere a una piattaforma ottimamente bilanciata in ogni sua componente e dotata anche di una scheda video dedicata di fascia media come la AMD Radeon HD 7670M che fa segnare ottimi punteggi con 3DMark 06, 3DMark Vantage e 3dMark 11, confermando così che con questo ultrabook è possibile anche giocare con molta soddisfazione e pochissime rinunce dal punto di vista della qualità visiva complessiva.

3DMark06

3DMark Vantage

3DMark 11


Software

HP Envy 6 1070el è equipaggiato con una versione a 64 bit del sistema operativo Microsoft Windows 7 Home Premium, ma l'azienda statunitense preinstalla anche alcuni utili tool proprietari che migliorano l'esperienza utente semplificandola, offrendo un accesso rapido a moltissime funzioni altrimenti difficili da gestire. Abbiamo già accennato a HP Connection Manager, un'interfaccia centralizzata e intuitiva tramite cui gestire sia le connessioni cablate che quelle wireless.

Ci sono poi HP Launch Box, un software che permette di raggruppare le applicazioni maggiormente utilizzate per accedervi rapidamente con un solo click dalla barra delle applicazioni di Windows, aiutando contemporaneamente a tenere ordinato e pulito il desktop, e l'indispensabile HP Recovery Manager, un software di backup e ripristino che permette di reinstallare driver e applicazioni, creare e gestire immagini di backup anche su supporti esterni e ripristinare uno stato precedente del sistema o addirittura quello originale.

Per consentire ai genitori di lasciare l'Envy 6 nelle mani dei propri figli anche in loro assenza, c'è Magic Desktop, un ambiente desktop protetto prodotto da EasyBits. HP Support Assistant infine è un contenitore che raccoglie in un'unica schermata di facile accesso tutti i tool di gestione del sistema e di rilevazione di malfunzionamenti ed errori e consente di effettuare gli aggiornamenti di driver, sistema e programmi, di partizionare i dischi e di contattare l'assistenza per chiedere l'eventuale intervento in garanzia.

HP Support Assistant

Ovviamente per chi ha acquistato negli ultimi tempi un HP Envy 6 con sistema operativo Windows 7 sarà possibile acquistare il pacchetto di upgrade a Windows 8 Pro in promozione a soli 15 euro.


Conclusioni

Alla fine del nostro percorso non possiamo che promuovere a pieni voti l'ultrabook HP Envy 6. Per l'azienda statunitense si tratta di una scommessa ampiamente vinta perché è riuscita a coniugare in un unico prodotto estetica, qualità costruttiva e portabilità con prestazioni e comfort tipici dei computer mainstream, con display di ampia diagonale e prezzo sotto i 900 euro.

Il design ultrasottile, che rappresenta la cifra stilistica degli ultrabook, ha un impatto visivo ancora più sorprendente su un portatile con formato da 15,6 pollici come questo. A notebook chiuso si vede solo una sottilissima lastra di alluminio brunito con finitura brushed metal che poggia su una base color rosso fuoco. Il concept Mosaic che caratterizza le ultime linee di notebook HP si esprime nell'Envy 6 in un contrasto cromatico di grande effetto: rosso e nero sono due colori che insieme comunicano al tempo stesso carattere e raffinatezza e in più l'uso del rosso per il fondo, quindi per il lato nascosto del portatile, permette di avere maggiore discrezione e sobrietà all'occorrenza.

A schermo chiuso, HP Envy 6 si presenta come una sottilissima lastra di alluminio brunito circondata da un bordo rosso fuoco

Anche la piattaforma hardware è quella tipica degli ultrabook, basata sui chip a basso voltaggio di Intel e con l'aggiunta di un drive SSD per aumentare la reattività del sistema, ma con un elemento di forte originalità rappresentato dalla scheda video dedicata AMD Radeon HD 7670M con 2GB VRAM. È invece una gradita conferma la potenza e la qualità acustica del sistema Beats Audio che comprende 2 altoparlanti ed un generoso subwoofer, oltre ad una console software.

HP Envy 6 visto dal fondo

Il produttore americano ha, infine, dedicato grande attenzione al profilo delle emissioni termiche ed acustiche sul quale in passato alcuni modelli dei suoi notebook mainstream erano risultati un po' carenti. La tecnologia HP Coolsense, che era nata proprio sull'onda di quegli episodi, raggiunge sull'Envy 6 la sua perfezione: i componenti più caldi vengono raggruppati sul retro del portatile, con l'effetto di avere un telaio sempre fresco nelle aree a contatto con l'utente, e con l'aiuto di un sistema di raffreddamento ad alta efficienza si riescono ad ottenere temperature di soglia inferiori di oltre 10 gradi rispetto ad altri ultrabook ed una silenziosità senza precedenti.

Ad un prezzo ufficiale di 899 euro e con uno street price anche minore (ci sono offerte promozionali estremamente allettanti con sconti di 100 o addirittura 200 euro sul prezzo di listino) è davvero difficile trovare un prodotto altrettanto versatile e bilanciato. HP Envy 6 si candida così a diventare il computer principale di casa, adatto tanto allo studio e al lavoro quanto a rivestire il ruolo di centro dell'intrattenimento domestico per i giochi 3D o la riproduzione di film in HD.

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