AGCOM approva un nuovo regolamento sul diritto d'autoreIl Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), dopo quasi cinque mesi, è riuscito a trovare il beneplacito degli stakeholder del settore, approvando così il nuovo regolamento in materia di tutela del diritto d’autore su Internet. Vediamo in cosa consiste e quali sono le principali critiche.


L'AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha finalmente approvato in questi giorni il nuovo "regolamento in materia di tutela del diritto d’autore su Internet" che entrerà in vigore a marzo 2014 e che ha messo d’accordo gli operatori del settore, almeno in parte, come poi vedremo. Il Consiglio ha deliberato un regolamento che dovrebbe provare a perseguire una possibile coesione tra la tutela e la disponibilità delle opere di ingegno in formato multimediale. Per farlo dunque è stato deciso ad esempio di lasciare fuori dalla normativa stessa alcuni soggetti e contesti, come gli utenti finali e le applicazioni peer-to-peer, in quanto non lucrano sull’attività di condivisione.

Notebook e copyright

L’intenzione dell'Autorità è invece quella di andare a reprimere esclusivamente le violazioni che hanno come principale obiettivo proprio quello di produrre utili. Trattandosi di un'autorità garante comunque, l'AGCOM sostiene che non farà nulla di più di quello che può fare già ora, monitorando, indagando e sorvegliando, ma non potrà obbligare gestori di siti o provider a prendere determinati provvedimenti restrittivi. Il percorso d'intervento sarà dunque il seguente: il titolare di un diritto d’autore che pensa di essere stato danneggiato da un download illegale provvederà a contattare l’AGCOM, che a sua volta avvierà la valutazione della segnalazione.

Se la violazione del diritto fosse confermata, l’Autorità avvierà un contraddittorio con l'altro soggetto coinvolto, cercando di risolvere il tutto nel più breve tempo possibile, al massimo 35 giorni, che scendono a 12 solo per i casi più gravi, soprattutto quelli di recidiva e di violazione prolungata nel tempo. Se il nuovo regolamento ha riscosso il plauso di Confindustra Cultura, non sono però mancate le critiche, anche aspre, sia al metodo che al merito. In molti infatti si sono anzitutto chiesti perché l’AGCOM, che è un'authority indipendente, pretende di regolamentare in via amministrativa reati ed illeciti previsti dai codici civili e penali, bypassando in questo modo il Parlamento italiano, a cui spetta il compito di legiferare in materia, e gli organi preposti alla sorveglianza.

Inoltre secondo alcuni nel regolamento non sarebbe chiaro se, al fine di far scattare la procedura di blocco del sito, l'accertamento dell'effettivo fine di lucro alla base della violazione del copyright sia una condizione indispensabile. I detrattori sostengono che questa mancanza di chiarezza lascerebbe un buco pericoloso in cui in via di principio sarebbe possibile colpire anche i singoli. Inoltre è vero che L’AGCOM non potrà obbligare nessuno a prendere i provvedimenti richiesti ma potrà comunque segnalare all’autorità giudiziaria preposta i provider che non applicheranno la rimozione dei contenuti protetti dal copyright, chiedendone il sanzionamento con multe fino a 250.000 euro. Per questi motivi dunque molti operatori del settore hanno già annunciato un ricorso al TAR.

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